Le bombette martinesi viste lateralmente hanno una forma rotonda e vengono infilzate in uno spiedo.
“Portare la strada all’interno”: la nostra filosofia dello street food.
Il numero 8, parte integrante del nome che evoca varietà e moltitudine: nei prodotti, nei sapori, nelle varie città.
La posata dello street food. Elemento pratico ed essenziale per consumare piccoli bocconi in un cartoccio.
L’infinito, simbolo di un ciclo che si ripete senza una fine, incarna la volonta di replicare un modello sul territorio . Evoca crescita, espansione e evoluzione.
La “via” non solo intesa come strada, ma anche birra artigianale spillata sul momento.
Mi adatto al luogo che mi ospita,
lo rivaluto e lo rispetto.
Entro nella via,
la rendo di tutti, ma più mia.
Otto vie mi servono, una non mi basta.
Sono ironico, tagliente.
Sono di tante parole ma brevi.
Non mi piacciono i taglieri di ardesia,
l’olio è buono ed extravergine,
non EVO.
Non sono bio e non sono chilometro zero.
Ma ti dico sempre quello che sono
e da dove vengo.
Il vino, esiste anche quello nero:
lo prendo in via chilometro buono.
Quello biodynamic-vegan
ha qualcosa che sa di cyborg.
E il Gourmet mi ricorda una pubblicità
di un costoso cibo per gatti.
SONO AFFABILE E AFFIDABILE,
ADATTO A TUTTI.
Famiglia, studente, notaio, Papa:
al punk, al fooder e pure all’hipster.
A chi cerca un prodotto novità.
A chi piace la ciccia,i sapori rotondi dei graddi,
e il fresco della verdura di stagione.
Vegani e vegetariani non sono ghetti culinari,
sono una fantasia dei miei menù.
Il glutine ce l’ho nel pane e nei purè.
Ma non nella birra.